di Salvo La Delfa
Mario Francese ricordato dall'associazione Libera Siracusa con una video intervista al figlio Giulio
Una intervista a Giulio Francese da parte del giovane Omar Alfieri. Un intervento di Prospero Dente, Gaetano Scariolo, Giovanna Raiti, Carlo Gradenigo. La presenza di Sara Zappulla, di Francesco Di Parenti, degli studenti, delle studentesse e degli attivisti di Libera.
E’ stato in questo modo, quasi informale, che l’Associazione Libera ha voluto ricordare negli spazi del locale HMora il giornalista Mario Francese, originario di Siracusa, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979 a Palermo.
Giovanna Raiti, responsabile provinciale di Libera per la Memoria, ha introdotto l’incontro sottolineando quanto sia importante far conoscere la figura e le attività del giornalista siracusano anche attraverso la lettura dei suoi articoli e dei suoi libri nelle scuole.
“Ricordo l’ultimo anno di vita di mio padre, forse l’anno più bello, quando tra di noi più che un rapporto padre figlio c’era un rapporto di amicizia, di collaborazione anche professionale. Io ero ventenne e in quel periodo iniziai a capire il suo importante lavoro di approfondimento giornalistico” , racconta Giulio Francese, figlio di Mario ed ora consigliere nazionale dell’Ordine dei Giornalisti. “Papà era sempre allegro, gioviale, disponibile, che amava la natura, che si distraeva dai pensieri e dalle preoccupazioni occupandosi della campagna e dei suoi animali”.
Prospero Dente, responsabile di Assostampa Siracusa, ha invece ricordato il sacrificio degli otto giornalisti siciliani uccisi in attentati mafiosi e ha sottolineato come senza memoria non è possibile progredire e cambiare la nostra società.
Gaetano Scariolo, consigliere regionale di Assostampa Sicilia, è intervenuto per evidenziare il periodo di crisi del giornalismo, dovuto anche all’estrema frammentazione dell’informazione generata dai social i cui algoritmi privilegiano il sensazionalismo all’approfondimento.
Carlo Gradenigo, infine, ha ribadito la necessità di affrontare con maggiore impulso il tema dell’ordine pubblico in città, nella quale si verificano sempre più spesso episodi di criminalità e delinquenza. Gradenigo ha auspicato l’avvio di un dibattito pubblico capace di produrre una massa critica di opinione in grado di contrastare maggiormente il fenomeno mafioso.