di Francesca Garofalo
Il film, diretto da Destin Daniel Cretton e sceneggiato da Andrew Lanham, ,è l’adattamento cinematografico delle memorie di Jeannette Walls pubblicate nel 2005 e per sette anni in cima alle classifiche di vendita
Vivere il rapporto con i genitori e la famiglia, ognuno cerca di farlo nella propria maniera che sia giusta o sbagliata, affrontando i momenti belli, di serenità e quelli brutti, dove spesso la sopportazione arriva al limite e si provoca una frattura in grado di determinare un cambiamento nella vita di ciascun membro. Quando arriva il momento di tirare le somme, cosa riuscireste a far prevalere: difficoltà o spensieratezza? È ciò che viene posto indirettamente nel film drammatico del 2017 “Il castello di vetro”, l’adattamento cinematografico delle memorie di Jeannette Walls uscite nel 2005 e per sette anni in cima alle classifiche di vendita. Diretto da Destin Daniel Cretton e sceneggiato da Andrew Lanham, il film racconta la storia dell'affiatata, eccentrica, disordinata e complessa famiglia di Jeannette Walls (Brie Larson), una giovane donna che, influenzata dalla natura gioiosamente selvaggia del disfunzionale padre Rex (Woody Harrelson), trova la giusta determinazione per costruirsi una vita di successo all’apparenza stabile. Un viaggio tra il passato ed un presente che rende, subito, l’idea di quello che attende lo spettatore con l’affermazione d’apertura “La ricca gente di città abita in appartamenti bellissimi, ma hanno l’aria così inquinata che non riescono a vedere le stelle”. Un senso di appartenenza alla natura e non ad un sistema fatto di restrizioni imposte dalla società è il fondamento della famiglia hippy e nomade degli anni’80, che continua a girovagare per sfuggire alla Cia. Composta da un capofamiglia creativo, con l’idea di costruire un castello di vetro, ovvero una residenza ad energia solare per i figli per poter vedere le stelle, ma anche spavaldo, con problemi di alcol ed un passato difficile. Per Rex, il miglior insegnamento per i suoi figli non è la scuola, ma la vita e con i suoi modi, a volte rudi, cerca di far crescere i figli con l’insegnamento di vivere senza paura. Rose Mary Walls (Naomi Watts), è una pittrice sopra le righe, madre egoista, che avrebbe potuto evitare una vita di disagi. Spesso in contrasto con il marito per un’esistenza misera, riesce ad accettare tutto perché Rex è stato l’unico a capire e ad apprezzare la sua arte quando ne aveva bisogno. Jeannette,“Capretta” sin da piccola si distingue per la forza, il carattere responsabile e maturo ed è l’unica persona in grado di avere influenza e provare un barlume di fiducia nei confronti del padre. Segue con i fratelli il girovagare della famiglia per le strade degli Stati Uniti, dalle città del deserto del sud ovest ai campeggi di montagna. Quando i soldi finiscono insieme si dirigono in una città mineraria del West Virginia in una casa fatiscente che, secondo le speranze dei Walls, sarebbe diventata, in futuro, quel "castello di vetro" tanto desiderato. Con l'aumentare dei problemi e l’incapacità dei genitori, Jeannette ed i suoi fratelli sono costretti a doversi difendere da soli, sostenendosi e incoraggiandosi a vicenda. Ognuno di loro lavora per mantenersi gli studi e con il passare del tempo lasceranno tutti la casa divenuta una “campana di vetro”, quasi uno strumento per preservare la loro sicurezza dal modo corrotto. Il culmine, è il furto di Rex dei risparmi di Jeanette, spesi al bar quando scopre che anche lei vuole andare via. Nonostante ciò, dopo una lunga gavetta riesce a diventare, con sua insoddisfazione, una giornalista di gossip per rubriche destinate a “vecchi, bianchi e ricchi”, con l’abitudine di lasciare i vestiti nelle valige in caso di fuga o di viaggio prossimo. Jeannette si ritroverà ad affrontare i genitori, dai quali si è separata molto tempo fa, perché in procinto di sposarsi. Logorata dagli eventi che prenderanno una piega imprevista, sarà combattuta “Adeguarsi alla società per bene vivendo nell’infelicità oppure riconciliarsi con le proprie radici seppur diverse e bizzarre ed accettare la sua vera essenza?”
Tanti i ricordi brutti come: il dolore per il vizio del padre, gli stenti, il quasi annegamento dopo la sua prima nuotata con l’insegnamento brutale di Rex. Ma allo stesso tempo divertimento, avventura, sogni, smisurata fiducia del padre nei confronti dei figli, nati per fare grandi cose. Ed ancora, regali originali per Natale, come pianeti e stelle “Quando gli altri avranno cianfrusaglie rotte e da buttare voi avrete le vostre stelle”; la retta pagata con i soldi guadagnati a poker dal padre per l’Università di Jeannette, importanti valori che hanno forgiato e permesso alla Wells di essere la donna che è oggi.
Un buon film con un’intensa e straordinaria interpretazione di Woody Harrelson, che suscita sensazioni contrastanti. Da un lato comprensione e commozione per un desiderio di vivere una vita in piena libertà, fuori dagli schemi e senza essere schiavi dei beni materiali; dall’altra disappunto e a volte incredulità per atteggiamenti, situazioni, al limite ed uno stile di vita del tutto irresponsabile.